Ricerca sull'uso dello smartphone

Ecco qua illustrati i risultati elaborati dalle ragazze di terza Liceo durante le ore di Scienze Umane con l'insegnante Maria Cristina Lezuo

Analisi del questionario

 

117 sono i partecipanti al questionario sull’uso dello smartphone che abbiamo realizzato noi, studentesse della terza classe Liceo delle Scienze Umane. Il 68,4% degli intervistati è costituito da femmine, prevalentemente tra i 15 e i 19 anni (62,4%).

Per quanto concerne l’utilizzo dello smartphone, gli intervistati dichiarano di usare lo smartphone prevalentemente per il tempo libero (68,4%), solo il 13,7% lo adopera per leggere le notizie e come strumento di traduzione e consultazione. Meno del 10% utilizza tale dispositivo per lavoro o per la scuola.

Scrivere messaggi o telefonare? Per sapere come sta un amico o un parente, ben il 59,8% della popolazione intervistata preferisce utilizzare il servizio di messaggistica piuttosto che effettuare chiamate (40,2%). Le applicazioni di gran lunga più usate (da 108 persone su 117) sono quelle relative ai social media (Whatsapp, Instagram, Facebook… ), seguite da quelle relative alla musica, (Spotify, You Tube Music..: 54 persone su 117). In terza posizione si attestano quelle relative all’informazione, come Stol e Tg.com (32 su 117). Meno sfruttate sono le applicazioni delle previsioni meteorologiche e di orientamento (Google Maps), preferite rispettivamente da 16 persone su 117 e 15 su 117. All’ultimo posto appaiono le applicazioni di salute e bellezza (12 su 117).

Un altro campo di indagine ha riguardato il tempo trascorso con lo smartphone.

La maggior parte delle persone intervistate dichiara di usare il telefonino per 3 - 5 ore al giorno (44,4%). Seguono poi le persone che trascorrono fino a 2 ore al giorno al telefono (42,7%), il 6% vi passa oltre 9 ore.

Alla domanda come gli intervistati trascorrerebbero il loro tempo libero se non avessero lo smartphone, la maggioranza (84 persone su 117) dichiara di preferire gli amici e la famiglia rispetto ai propri hobby (70 su 117) o a praticare sport (61 su 117).

Infine, per ciò che riguarda il valore attribuito a questo dispositivo elettronico, il 45,3% ascrive grande importanza a questo strumento (4 su 5 punti), il 34,2% assegna 3 punti su 5, mentre lo 0,9% non dà alcuna importanza al cellulare.

Riguardo al valore dato alla marca del telefonino, non si è vista una grande differenza fra le risposte: il 29,1% attribuisce molto valore alla marca del cellulare (4 su 5 punti), il 23,9% poco valore e il 20,5% un valore medio (3 su 5 punti). Solo 15 persone assegnano il massimo valore (5/5 punti) alla marca dello smartphone.

Ben il 59,8% degli intervistati ritiene di essere in grado di stare per cinque giorni continuativi senza smartphone, mentre il restante 40,2% ha invece dichiarato il contrario.

Il 74,4% delle persone intervistate sostiene che tra dieci anni la gente darà più valore allo smartphone rispetto ad oggi, mentre il 15,4% pensa che tale valore rimarrà uguale.

Infine, come era prevedibile, l’81,2% della popolazione intervistata ha affermato di aver usato di più lo smartphone durante la pandemia Covid-19.

 

Conclusioni

Dai risultati del questionario, costituito da un campione di 117 persone, in prevalenza femminile e fra i 15-19 anni, emerge un uso prevalente dello smartphone durante il tempo libero per accedere ai social media, più che per ricercare informazioni o notizie o per consultare le previsioni meteorologiche. Si conferma pure il trend giovanile di contattare i propri cari attraverso i servizi di messaggistica piuttosto che la telefonata. Oltre l’87% degli intervistati afferma di non superare le cinque ore giornaliere sullo smartphone. Anche se la pandemia Covid-19 ha fatto sì che si trascorresse più tempo sullo smartphone, quasi il 60% ritiene di non esserne dipendente e di potervi rinunciare per cinque giorni consecutivi. Infine, gli intervistati si dimostrano piuttosto equilibrati nell’attenzione riservata alla marca del dispositivo elettronico, ma attribuiscono un’importanza medio-alta a questo strumento e ritengono che in futuro esso ne possa acquisire ancora di più.